Si celebra l’11 febbraio la Giornata mondiale delle donne nella scienza, che al Centro San Camillo di Bari non poteva passare inosservata. Questo appuntamento, voluto fortemente dall’Onu, sottolinea la necessità di un accesso paritario delle donne alla scienza, dell’uguaglianza di genere nel settore e delle stesse opportunità nella carriera scientifica che purtroppo in troppi Paesi per le ragazze è ancora lontana da venire.
Quasi tutti conoscono Florence Nightingale (1820-1910), fondatrice della Scienza infermieristica, in quanto la prima ad applicare la statistica al suo metodo. Marie Curie (1867-1934), chimica e fisica polacca naturalizzata francese che ha ricevuto due Nobel per la scoperta del radio e del polonio. La nostra Rita Levi-Montalcini (1909-2012), Nobel per la Medicina per aver identificato il fattore di accrescimento della fibra nervosa.
Nella Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza vi vogliamo raccontare di 5 grandi studiose che hanno fatto la storia del loro campo ma sono poco conosciute. Affinché siano un esempio da seguire, da ricordare. Non come eccezione, ma come alcune delle tante che ogni giorno mettono a disposizione le loro menti, le loro idee, i loro sforzi al servizio di un bene comune. La conoscenza.
Giornata mondiale delle donne nella scienza: 5 nomi da ricordare
- Caroline Herschel, astronoma (1750-1848). Iniziamo il nostro viaggio per la Giornata mondiale delle donne nella scienza in Europa. Nata in Germania, si trasferisce a 22 anni con il fratello astronomo William nella città inglese di Bath e lì diventa la sua assistente, nonché astronoma lei stessa a tutti gli effetti. Prima donna a scoprire una cometa, è anche la prima a ricevere un compenso per il lavoro scientifico grazie a re Giorgio III, che nel 1787 la ha assunta con il fratello. In totale ha scoperto 14 nuove nebulose, 8 comete e aggiunto 561 nuove stelle all’atlante dell’epoca. Portano il suo nome una medaglia d’oro della Royal Astronomical Society del 1838 (la prima per una donna), una cometa, un asteroide , un cratere sulla Luna e un telescopio spaziale.
- Mary Anning, cacciatrice di fossili (1799-1847). Povera e senza istruzione, vive nella città balneare di Lyme Regis, dove il padre le ha insegnato fin da bimba a raccogliere e lucidare fossili da vendere ai turisti, attività con cui la famiglia sopravvive alla morte dell’uomo. Nel 1811 suo fratello Joseph scopre un teschio e, pochi mesi dopo, a soli 12 anni, Mary il resto dello scheletro fossilizzato. Classificato come un ittiosauro, risalente a 200 milioni di anni fa, si tratta del primo fossile completo di un dinosauro. Mary trascorre tutta la vita alla ricerca di fossili nelle spiagge della “Jurassic Coast” inglese, facendo ulteriori scoperte come lo scheletro completo di un plesiosaurus dal collo lungo e di uno pterodattilo. Queste scoperte hanno spianato il campo alla paleontologia.
- Lise Meitner, fisica (1878-1968). Prima scienziata nucleare in Germania, è però di origine ebraiche ed è costretta a fuggire a Stoccolma con l’ascesa al potere del nazismo. Abbandona per questo i suoi studi intrapresi con Otto Hahn, scopritore ufficiale del radiotorio, radioattinio, mesotorio I, mesotorio II, ionio, del “rinculo radioattivo”, del protoattinio, dell’isomeria nucleare e della fissione nucleare dell’uranio e del torio. Ma è lei, in un articolo del 1939, a porre le basi teoriche per lo sviluppo della fissione nucleare. La possibilità che i nuclei di uranio potessero spezzarsi per effetto di un bombardamento di neutroni, del resto, era stata suggerita da un’altra donna, Ida Noddack, nel 1934.
- Barbara McClintock, genetista (1902-1992). La mappatura del genoma umano non potrebbe essere oggi una realtà senza il certosino lavoro sulla genetica di Barbara McClintock. La scienziata ha trascorso tutta la sua carriera analizzando il mais e negli anni Trenta ha sviluppato una tecnica di colorazione che le ha permesso di identificare, esaminare e descrivere i suoi singoli cromosomi. Il mais potrebbe sembrare un’insolita scelta di studio, ma per un genetista è una miniera d’oro di informazioni, in quanto ogni pianta può creare gherigli di diversi colori, ognuno con il proprio modello genetico. Grazie alle sue ricerche, è stata in grado di determinare l’esistenza dei geni di alto e ha suggerito le basi dell’epigenetica 40 anni prima della sua nascita.
- Grace Hopper, programmatrice informatica (1906-1992). Chiudiamo questa passeggiata tra le menti per la Giornata mondiale delle donne nella scienza con una le prime donne a conseguire un dottorato in matematica negli Stati Uniti, arruolata in Marina durante la Seconda guerra mondiale (e resta in servizio agli ottant’anni, diventando anche la più anziana ufficiale della Marina Usa). Ha inventato il linguaggio informatico COOBOL (acronimo di COmmonBusiness-OrientedLanguage), il primo basato sulle parole inglesi piuttosto che sul codice binario, nonché il termine “debug”!