Servizio di mammografia del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott.ssa Alessandra Gaballo
Recenti studi scientifici hanno concluso che:
- una mammografia sia paragonabile a 3-4 ore di esposizione alla luce solare, quindi ai raggi UV. In estate e non solo, il numero di ore di esposizione al sole è ben superiore alle 3-4 ore!
- L’incidenza di cancro al seno radio-indotto, ossia causato appunto dalle radiazioni ionizzanti, corrisponde all’1% se e solo se venissero effettuate ben 49 mammografie. Un numero pressoché irraggiungibile!
Quello del seno è il primo tipo di tumore per diffusione e mortalità nella popolazione femminile. Allo stesso tempo, grazie alle maggiori conoscenze delle caratteristiche di questo tumore e ai progressi nella diagnosi precoce e nel campo farmacologico, le sue probabilità di cura oggi sono molto aumentate.
Una diagnosi precoce è oggi sempre più frequente grazie ai programmi di prevenzione e monitoraggio effettuati con la mammografia nelle fasce di età raccomandate.
La mammografia è un esame che non ha controindicazioni e non è affatto invasivo. Nelle donne sotto i 40-45 anni di età, a causa della densità della ghiandola mammaria, questa indagine può solo trovare maggiori difficoltà a individuare noduli sospetti rispetto all’ecografia. Quest’ultima, infatti, può essere utile solo in casi particolari, soprattutto nelle donne più giovani, o per approfondire la natura di un nodulo, ma non è raccomandata in generale come test di monitoraggio in sostituzione o in aggiunta alla mammografia.
Anche gli uomini possono sviluppare un carcinoma della mammella, ma data la rarità di questa condizione, questo esame non è mai proposto come screening di massa per la popolazione maschile.
Come per ogni altra indagine radiografica, la mammografia espone ad una piccola quantità di raggi X, ma questa esposizione, nonostante sia altamente temuta dal mondo femminile, è giustificata dalla necessità, ben più importante, di accertare o escludere un tumore al seno in situazioni sospette. Infatti, l’intervallo di età e la periodicità con cui viene effettuato lo screening mammografico su donne senza segni o sintomi, sono stabiliti in modo che i benefici di una diagnosi precoce sovrastino i possibili e bassissimi rischi legati alle radiazioni.
Cosa è la mammografia? A cosa serve?
La mammografia è la tecnica diagnostica morfologica (che studia quindi forma e struttura della mammella) di riferimento nei programmi di prevenzione di carcinoma mammario.
Questo esame, eseguito ad intervalli regolari di tempo, consente di rilevare precocemente alterazioni o modificazioni nei tessuti che compongono il seno ed è in grado di individuare anche lesioni di piccole dimensioni. Si consiglia di iniziare a sottoporsi a mammografia a partire dall’età di 40 anni, quando la struttura mammaria, modificandosi gradualmente, diventa sempre meno ricca di componente ghiandolare e sempre più ricca di tessuto adiposo (grasso).
Il limite maggiore della mammografia è rappresentato dalla “mammella densa”, in cui strutturalmente prevale la quota di tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo. In queste condizioni, la caratteristica del tessuto ghiandolare fa sì che ci sia una possibilità che la lesione non venga individuata, motivo per cui, l’ecografia, in questi casi, diventa un indispensabile e valido supporto diagnostico della mammografia.
L’esame mammografico è dunque il metodo più affidabile, oggi disponibile, per tracciare un tumore anche inferiore ad 1 cm. Per raggiungere questa caratteristica morfologica, una lesione impiega dai 5 ai 10 anni, ed i carcinomi al di sotto del cm di diametro risultano guaribili nel 90% dei pazienti. Da qui l’importanza della diagnosi precoce.
Come si esegue la mammografia?
L’indagine viene effettuata mediante l’utilizzo di un particolare strumento radiologico chiamato mammografo, in grado di proiettare un fascio di raggi X (radiazioni ionizzanti) mirato sulla mammella: le basse dosi di raggi X “leggono” la mammella fornendo al medico specialista senologo due radiografie per seno nell’arco di soli 10-15 minuti.
Per rendere l’immagine più nitida e per ridurre al minimo le dosi di radiazioni, la mammella viene posizionata su un apposito sostegno e compressa leggermente tra due piastre plastificate.
In questo modo i principali costituenti della mammella (tessuto adiposo e tessuto ghiandolare), vengono compressi e dissociati e ciò:
- Rende più facile il loro studio
- Evita sovrapposizioni di strutture e quindi false immagini
- Utilizza basse dosi di radiazione: riducendo lo spessore della mammella si riduce la dose di radiazione da emanare
L’obiettivo è quindi quello di ottenere informazioni dettagliate, fin nei minimi particolari, circa lo stato di salute dei seni.
La compressione del seno è graduale e questo facilita la tollerabilità dell’esecuzione. La metodica non provoca ovviamente danni ai tessuti e non è dolorosa anche se alcune donne la trovano al massimo fastidiosa. Il disagio è però limitato alla breve durata dell’esame
La mammografia è un esame pericoloso?
Molto spesso, a causa dell’emissione dei raggi X, si tende a considerare la mammografia come altamente pericolosa e ciò, purtroppo, induce alcune donne a non sottoporsi ad uno dei più importanti test di monitoraggio e prevenzione del cancro al seno.
Basti solo considerare che recenti studi scientifici hanno concluso che:
- una mammografia sia paragonabile a 3-4 ore di esposizione alla luce solare, quindi ai raggi UV. In estate e non solo, il numero di ore di esposizione al sole è ben superiore alle 3-4 ore!
- L’incidenza di cancro al seno radio-indotto, ossia causato appunto dalle radiazioni ionizzanti, corrisponde all’1% se e solo se venissero effettuate ben 49 mammografie. Un numero pressoché irraggiungibile!
Inoltre, grazie all’oramai diffusa applicazione della tecnica digitale o mammografia digitale, che sta man mano soppiantando la mammografia tradizionale o analogica, dove l’immagine della ghiandola mammaria viene impressa su lastre come nelle normali radiografie scheletriche, la dose di radiazioni ionizzanti è notevolmente più bassa, in quanto tale tecnica permette di ottenere un’ottima qualità delle immagini in un tempo breve. Per cui, la riduzione della durata dell’esame diagnostico si traduce, di conseguenza, in una riduzione del tempo di esposizione ai raggi X stessi.
Con la mammografia digitale, quindi, la prevenzione del carcinoma mammario sfrutta i dettagli della mammella evidenziati attraverso un sistema che li visualizza direttamente al computer.
I vantaggi della tecnologia digitale sono:
- Minor dose radiogena
- Maggiore sensibilità
- Migliore risoluzione del contrasto
- Riduzione del numero dei radiogrammi da eseguire
- Tempistica dell’indagine abbreviata
- Diagnosi più sicure per carcinomi localizzati in aree periferiche
Pertanto, è ben comprensibile come, la bassa dose di radiazioni ionizzanti o raggi X cui la paziente è esposta, non rappresenti affatto un pericolo. Il vero pericolo è, invece, non sottoporsi a questo importante esame diagnostico: non effettuare una mammografia, soprattutto ad una certa età o, peggio ancora, in caso di sospetti rilevati dal senologo durante una ecografia, significa non fare prevenzione. Non fare prevenzione porterebbe, di conseguenza, ad una mancata rilevazione di tumori al seno qualora fossero presenti. Il tumore, quindi, nel tempo, diverrebbe sempre più esteso, invasivo, maligno e porterebbe la paziente incontro a morte certa poiché risulterebbero vani chemioterapie e interventi di asportazione della mammella.
Quindi, alla luce di quanto detto, è ben comprensibile come il beneficio diagnostico della mammografia sia nettamente superiore ai possibili effetti secondari, ossia ai tumori non rilevati in caso di mancata prevenzione.
Inoltre, una ulteriore avanguardia in campo diagnostico nella prevenzione del cancro al seno, è rappresentata dalla tomosintesi: la differenza sta nella tridimensionalità e nella più alta definizione. La mammella viene scomposta in tanti strati che poi, sovrapposti, ne ricostruiscono la figura nella sua interezza: un indubbio vantaggio per i seni difficili da leggere – i seni densi – che vengono, così, analizzati più nello specifico in modo da rilevare anche quei tumori che risultano ben “mascherati”.
Il risultato di fondo è una maggiore accuratezza nella rilevazione delle neoplasie.
Mammografia: quando farla?
Tutte le donne che abbiano superato i 40 anni dovrebbero sottoporsi ad un programma di screening mammografico, come anche consigliato e promosso dal Ministero della Salute. La maggior parte dei carcinomi mammari diagnosticati in fase precoce, infatti, si risolve positivamente rispetto a quando la scoperta avviene in una fase più avanzata, dove le possibilità di trattamento e guarigione sono molto più limitate.
Altri casi in cui è possibile sottoporsi a mammografia riguardano:
- Donne con età inferiore ai 40 anni: in questo caso l’esame mammografico è rilevante ed utile se e solo se sussistono casi particolari evidenziati dallo specialista. In generale, sotto i 40 anni di età, si preferiscono controlli clinici ed ecografici per le caratteristiche strutturali della mammella in cui predomina la componente ghiandolare. Questa, come detto, renderebbe difficoltosa la mammografia in quanto non permetterebbe la rilevazioni di piccoli noduli.
- Donne in gravidanza: al pari di qualsiasi altro esame radiografico, la mammografia è consigliata solo se strettamente necessaria e dietro specifica prescrizione del medico. Non vi sono invece controindicazioni durante il periodo dell’allattamento.
- Donne che presentano protesi mammarie: possono tranquillamente sottoporsi a mammografia.
- Donne che hanno subìto un intervento di angioplastica coronarica o di sostituzione di valvole cardiache con protesi biologica/meccanica: anche in questo caso non vi è nessuna limitazione e la mammografia non risulta affatto dannosa. Nelle portatrici di pacemaker/defibrillatore esterno al muscolo cardiaco, l’unica avvertenza è quella di informare i tecnici radiologi sul corretto posizionamento dell’apparecchio (device), in modo da non pregiudicare la completa visualizzazione della ghiandola mammaria e dover ripetere l’esame in un secondo momento.
- Donne che soffrono di problemi alla tiroide (disfunzioni della ghiandola endocrina piuttosto frequenti nella popolazione femminile in età fertile): non sussiste controindicazione all’esame mammografico.
Preparazione alla mammografia: alcuni accorgimenti
La mammografia non necessita di alcun tipo di preparazione. Vi sono solo piccoli accorgimenti da adottare, quali quelli di:
- Evitare (per le donne non in menopausa), di sottoporsi all’esame nel periodo mestruale ed in quello ovulatorio, quando generalmente la mammella è molto tesa e spesso spontaneamente dolente. Infatti, in questi periodi, la sensibilità dei seni risulta più marcata e ciò può rendere l’esame diagnostico più fastidioso.
- Evitare, il giorno della mammografia, l’utilizzo di: deodoranti, creme, profumi, polvere di talco ecc.: le micro-particelle contenute nei prodotti di igiene personale ed in quelli di cosmetica, infatti, possono alterare la qualità dell’immagine radiografica.
Differenza tra ecografia mammaria e mammografia
La differenza tra ecografia mammaria e mammografia sta nel modello d’indagine e nella loro applicabilità in base alla struttura della ghiandola mammaria strettamente dipendente dall’età della donna:
- Se l’ecografia mammaria sfrutta, per l’elaborazione delle immagini diagnostiche, le onde sonore (gli utrasuoni), la mammografia impiega i raggi X che, come detto, sono emessi a basse dosi e sono essenziali per la rilevazione dei tumori.
- La mammografia è ritenuta più efficace nell’individuazione di lesioni tumorali anche millimetriche che l’ecografia spesso non riesce a “mettere a fuoco”. Ma, se la mammografia trova indicazione prevalente nelle donne di mezza età che presentano seni con percentuali maggiori di tessuto adiposo, di contro, l’ecografia è più utilizzata nelle giovani donne che presentano una ben più preponderante densità ghiandolare.
Entrambe le metodiche, ad ogni modo, sono importanti strumenti di prevenzione del carcinoma mammario: la riduzione delle morti per tumore della mammella è oggi pari a 35 punti su 100, un risultato che fa ben sperare per il futuro della salute di milioni di donne che vivono nel nostro paese.
Il tumore al seno è, quindi, fortunatamente considerato una malattia oggigiorno sempre più debellabile grazie a:
• Prevenzione
• Diagnosi precoce
• Costante ricerca medico-scientifica
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