È merito di un team italiano di scienziati l’interessante scoperta che lega l’insorgenza di un infarto alla presenza nel corpo del batterio intestinale Escherichia Coli. La ricerca, guidata da Francesco Violi, Direttore della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma, è stata pubblicata sulla rivista scientifica European Heart Journal e ha coinvolto 150 pazienti.
“Siamo partiti dall’intuizione che alcuni batteri intestinali potessero avere un ruolo nello sviluppo dell’infarto. Da qui abbiamo avviato uno studio che è durato oltre 4 anni e scoperto che i pazienti con infarto acuto presentavano alterazioni della permeabilità intestinale e contemporaneamente il batterio E. coli nel sangue e nel trombo”, ha raccontato all’Ansa il dr. Francesco Violi.
Escherichia Coli: cos’è, sintomi, diagnosi e cura
Escherichia Coli è un tipo di batterio che normalmente vive nell’intestino. La maggior parte dei ceppi di Escherichia Coli è innocua e aiuta anche a mantenere sano il tratto digestivo. Ma alcuni tipi possono causare diarrea, polmoniti e infezioni del tratto urinario.
Come si prende? Si può essere infettati ingerendo anche una piccola quantità di batteri E. Coli. Tra i modi in cui ciò può accadere:
- mangiare cane poco cotta;
- bere latte non trattato;
- mangiare frutta e verdura contaminata;
- bere acqua che li contiene (magari in piscina o nuotando in un lago);
- da altre persone;
- da animali.
I sintomi compaiono da 2 a 5 giorni dopo aver assunto i batteri E. coli. I più comuni sono:
- crampi addominali;
- diarrea;
- nausea;
- affaticamento costante.
L’unico modo per sapere con certezza se si ha un’infezione da E. Coli è far analizzare un campione di feci in un laboratorio.
Fortunatamente, l’infezione di solito scompare da sola. In alcuni tipi di E. Coli associati alla diarrea, gli antibiotici possono ridurre il periodo di tempo in cui si manifestano i sintomi. Se, però, il medico sospetta che abbiate la tossina Shiga, gli antibiotici non dovrebbero essere assunti, perché possono effettivamente aumentare la produzione della tossina e peggiorare i sintomi.
È importante riposare, bere molta acqua e preferire inizialmente cibi a basso contenuto di fibre come uova e riso. I latticini e gli alimenti ricchi di grassi o fibre possono, infatti, peggiorare i sintomi.
Escherichia Coli e infarto: lo studio
La scoperta del dr. Francesco Violi e del suo gruppo è coerente con quella di altri ricercatori negli Stati Uniti che hanno trovato diversi batteri intestinali nel sangue di pazienti infartuati. L’analisi svolta a Roma ha riguardato un campione di 150 individui, in particolare 50 con infarto in atto, 50 persone cardiopatiche ma senza infarto, 50 individui sani.
Il batterio intestinale è stato trovato solo nel sangue dei pazienti ricoverati in ospedale con infarto acuto. È stato, inoltre, studiato l’infarto su topolini cui è stato iniettato l’Escherichia Coli: il batterio è stato rinvenuto nelle maglie del trombo. Infine, gli studiosi hanno scoperto che è possibile arrestare l’infarto, a livello sperimentale, con una molecola che impedisce al batterio di legarsi con cellule immunitarie presenti nell’arteria in cui si sta formando il trombo.
Le conclusioni
Alla ricerca, ora, potrà seguire una nuova sperimentazione per capire se l’inibitore testato su animali possa divenire una cura d’urgenza in caso di infarto, bloccando il trombo. Inoltre, è allo studio un vaccino contro Escherichia Coli preventivo per gli individui a rischio infarto.
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