Oculistica del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott.ssa Alessia Dipietro
Hanno meno di 4 anni ma circa il 40% di loro usa smartphone e tablet almeno un’ora al giorno. Un’abitudine ormai molto diffusa, dunque, ma non condivisibile secondo gli esperti, poiché i rischi possono essere molto seri per lo sviluppo psico-fisico del bambino: ritardi nell’apprendimento, minori interazioni sociali, difficoltà a mantenere l’attenzione a scuola, peggiore qualità del sonno, ansia. A livello strettamente fisico, i danni maggiori riguardano la vista.
Secondo uno studio dell’American optometric association, l’83% dei bambini usa computer e smartphone per 3 o più ore al giorno e il 70% di loro soffrirebbe di affaticamento visivo (“digital eye strain”) che causa irritazione degli occhi, emicrania e dolori al collo e alla schiena per la cattiva postura.
L’uso continuo dello smartphone può causare il disturbo di secchezza oculare. Pertanto, il bambino può avvertire una sensazione di corpo estraneo nell’occhio e/o bruciore oculare, una sintomatologia sovrapponibile a quella dell’occhio secco. L’eccessivo uso degli smartphone a breve distanza può influenzare lo sviluppo di una condizione chiamata “esotropia acquisita concomitante”, ovvero può causare una tipologia di strabismo che si verifica quando appare una forma di diplopia che coinvolge dapprima solo la visione lontana e poi anche quella ravvicinata.
Trattandosi di soggetti così piccoli, tocca ai genitori vigilare sui loro comportamenti per cogliere anche ogni piccolo segnale di disagio: bisogna stare attenti, infatti, alla postura e anche ad alcuni atteggiamenti dei propri figli. In caso di miopia, per esempio, il bambino tende a chinarsi sul quaderno oppure in classe ha difficoltà nella lettura dalla lavagna. L’astigmatismo interessa tra il 15 e il 25% dei giovanissimi e può essere confuso con difficoltà nella lettura del bambino: solo con una diagnosi precoce e la pronta correzione si evita il peggioramento dei disturbi e si limitano i problemi di apprendimento dovuti ai difetti di vista.
Questi dispositivi digitali sono stati introdotti in epoca ancora piuttosto recente, per cui non sono disponibili evidenze scientifiche di lungo termine sulle conseguenze negative per la vista. Gli screening di popolazione sono in corso e ci diranno fino a che punto questi dispositivi nuocciono all’occhio giovane. Per cautela, bisognerebbe sospendere l’utilizzo dopo 4-5 ore; e comunque distinguere tra computer e tablet, poiché quest’ultimo costringe una messa a fuoco più ravvicinata, sui 25cm, rispetto ai 45cm dello schermo del computer.
Non vanno poi sottovalutati i rischi della luce blu dei dispositivi che, oltre ad interferire con la normale durata del sonno, creando problemi ai bambini nell’addormentarsi, sarebbe pericolosa per gli occhi. I primi risultati mostrano che determina un accumulo di danni a livello retinico che potrebbe portare alla degenerazione maculare della retina. Esistono già in commercio degli occhiali con lenti in grado di proteggere verso questo spettro di luce e sarà a breve in commercio una lente bianca in grado di arrestare del tutto questa luce.
La Società Italiana di Pediatria si è espressa sul tema pubblicando un documento ufficiale sull’uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc ecc.) nei bambini da 0 a 8 anni di età. In particolare, la posizione dei pediatri italiani, contenuta nella pubblicazione uscita sulla rivista Italian Journal of Pediatrics, è il prodotto di un’analisi che ha individuato effetti positivi e negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini e, in più, l’età più appropriata per l’esposizione ai media device e le modalità giuste.
Ecco quali sono le raccomandazioni principali della Società Italiana di Pediatria:
1) No a smartphone e tablet prima dei due anni, durante i pasti e prima di andare a dormire.
2) Limitare l’uso a massimo un’ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.
3) No a programmi con contenuti violenti ed evitare soprattutto l’uso di telefonini e tablet per calmare o distrarre i bambini.
4) No al cellulare “pacificatore”, sì invece, all’utilizzazione di applicazioni di qualità da usare insieme ai genitori.
Il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani ha spiegato: “Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, anzi alcune applicazioni hanno mostrato di avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché usate insieme ai genitori. Ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un’esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet”.
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