Oculistica del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott.ssa Alessia Dipietro
Nei bambini, se i primi mesi sono importanti per lo sviluppo della funzione motoria e sensoriale, il periodo che va dai 6 mesi fino ai 10-12 anni è decisivo per il raggiungimento della stabilità visiva. I danni che si verificano all’apparato visivo nei primi 6 mesi di età sono spesso irreversibili: dopo i 6 mesi i danni generano un regresso delle facoltà visive acquisite, ma un trattamento tempestivo consente di far recuperare le potenzialità perdute.
Per questo motivo è essenziale affidarsi esclusivamente ad un medico specialista in oculistica per la valutazione dello stato di salute degli occhi dei propri bambini.
Tuttavia in Italia, nonostante sono circa due milioni e mezzo i bambini che soffrono di disturbi agli occhi causati da difetti visivi, un milione e mezzo di loro non si è mai sottoposto ad una visita specialistica oculistica. Da qui l’importanza di far comprendere ai genitori quanto essenziale siano la prima visita oculistica e i controlli periodici che vanno programmati anche se il bambino sembra vederci bene.
♦ Quali sono le funzioni visive nel bambino e come maturano?
- Alla nascita il neonato è in grado di captare tutti gli stimoli visivi provenienti dall’ambiente circostante ma non di elaborarli, di organizzarli in immagini e, quindi, di capirli. Il bambino vede luci e forme ma non può attribuirli a cose, persone e ambienti. Riesce a mettere a fuoco le immagini distanti 20-30 cm dagli occhi, non riconosce ancora i colori, ma distingue la luce dal buio. Non avendo ancora il pieno controllo dei muscoli oculari si stanca presto e talvolta può sembrare strabico. Dopo 10-12 settimane distingue il viso umano rispondendo a sorrisi, smorfie e movimenti delle labbra e segue le immagini in movimento ruotando il capo e facendo convergere gli occhi se gli si avvicina un oggetto al viso.
- Nei primi 4 mesi di vita si sviluppano le principali funzioni monoculari e binoculari, sia sensoriali sia motorie, la convergenza, l’accomodazione e i movimenti orizzontali rapidi.
- Tra il 4° ed il 6° mese il bambino è in grado di fissare un oggetto, di seguirne il movimento e di volgere lo sguardo verso uno stimolo visivo. In particolare, tra il quarto e il quinto mese mette a fuoco le immagini fino a qualche metro di distanza, distinguendo chiaramente alcuni colori fondamentali quali il rosso, il verde e il blu. A sei mesi controlla abbastanza bene i muscoli oculari, quindi scompare l’eventuale strabismo, ed è attratto da oggetti di piccole dimensioni.
- Al 7° mese vede come una persona miope e manipola gli oggetti guardandoli.
- Al 10° mese acquista il senso di profondità delle immagini (acutezza stereoscopica).
- Tra 1 e 2 anni il bambino raggiunge il pieno controllo dei muscoli oculari, che gli consente di mettere a fuoco gli oggetti a qualsiasi distanza. A due anni raggiunge i dieci decimi di acutezza visiva e le sue strutture oculari funzionano in modo completo, quindi tutte le funzioni visive giungono a maturazione.
QUANTO E’ IMPORTANTE FARE UNA DIAGNOSI PRECOCE?
Una riduzione visiva o un’alterata formazione delle immagini sulla retina può provocare alterazioni anatomiche e funzionali delle strutture nervose deputate alla visione che, con il tempo, possono diventare irreversibili.
L’individuazione precoce di un deficit visivo è, dunque, importante non solo per determinarne la causa, ma anche per rieducare efficacemente la funzione visiva.
I genitori, avendo la possibilità di osservare quotidianamente il bambino, sono in grado di fornire al medico oculista preziose informazioni, utili nel delineare una diagnosi.
Problemi oculistici, come ad esempio la cataratta congenita, lo strabismo (occhio deviato), e molti altri, se diagnosticati precocemente, ne migliorano la prognosi, rendendo più efficace l’eventuale riabilitazione visiva.
Un altro esempio viene dato dall’ipermetropia: tutti i bambini nascono con questo difetto della vista. Tuttavia questa condizione solitamente si annulla nei primi anni di vita, ma in alcuni casi ciò può non avvenire. Una visita medica oculistica permette un rapido intervento correttivo.
Da qui l’importanza della visita specialistica oculistica entro i 3-4 anni di vita del bambino.
Successivamente, in assenza di particolari problemi visivi, il bambino deve eseguire controlli periodici con scadenza biennale per valutare quanto lo sviluppo stia influendo sull’apparato visivo, poiché, con la crescita, l’impegno visivo del bambino aumenta e quindi la prevenzione diviene molto importante.
Quindi, la diagnosi precoce di un problema oculistico rende più efficaci eventuali terapie, soprattutto durante l’infanzia, quando il sistema visivo è, per sua natura, capace di reagire correttamente alle cure.
DI FRONTE A QUALI SINTOMI I GENITORI DOVREBBERO INSOSPETTIRSI?
I maggiori sintomi che i genitori dovrebbero tenere sotto controllo e che potrebbero far sospettare un problema visivo e far richiedere un controllo tempestivo da parte di un medico oculista, si verificano quando i bambini:
- Hanno una posizione anomala degli occhi (strabismo) dopo i 6 mesi di vita
- Effettuano movimenti anomali con gli occhi convergendoli, ad esempio, verso il naso
- Strizzano continuamente gli occhi, sforzandosi di vedere meglio da lontano, o quando chiudono un occhio se rivolgono lo sguardo verso la luce
- Inclinano e ruotano la testa quando cercano di guardare e focalizzare qualcosa
- Si avvicinano molto ad oggetti e tv
- Provano fastidio in presenza di una luce intensa
- Si sfregano spesso gli occhi
- Hanno occhi arrossati e con eccessiva lacrimazione
- Presentano cefalea
- Non distinguono con esattezza le cose, i giocattoli e le persone che li circondano, sia vicini che lontani. Quindi quando hanno poca acutezza visiva.
- Hanno un riflesso strano dell’occhio (pupilla bianca; anomalo riflesso rosso in fotografia)
- Se chiudono male le palpebre
- Hanno difficoltà nel concentrarsi
Anche la familiarità per malattie oculari richiede particolare attenzione e deve essere comunicata dai genitori al medico specialista.
LA VISITA OCULISTICA: IN COSA CONSISTE E COME CAMBIA IN BASE ALL’ETA’ DEL BAMBINO
Per i piccoli pazienti la visita può essere assimilata ad un gioco di luci e figure dove è possibile valutare la presenza di difetti di vista. E’ richiesta una minima collaborazione da parte del bambino e la partecipazione attiva da parte dei genitori.
In generale, gli oculisti pediatrici effettuano:
- Visite di screening in assenza di sintomatologia o su richiesta del pediatra (familiarità per disturbi visivi)
- Diagnosi accurate di difetti visivi quali miopia, ipermetropia ed astigmatismo
- Trattamenti per ambliopia (occhio pigro) e strabismo (occhio deviato)
L’Associazione Internazionale per la Riabilitazione Visiva dell’Infanzia (AIERV), suggerisce il seguente calendario di osservazione del bambino, nato a termine e in assenza di disturbi:
- Prima visita quando il bambino nasce e, successivamente, entro i 6 mesi per escludere patologie del bulbo oculare
- Al compimento di 1 anno di vita
- A 3 anni dove si possono rilevare difetti visivi o anisometropie (differente visione tra i due occhi), che potrebbero essere causa di ambliopia (occhio pigro) o strabismo
- A 6 anni in concomitanza con l’inizio della scuola dell’obbligo
È ovviamente necessario, secondo le indicazioni dell’oculista, effettuare visite periodiche.
Le visite oculistiche vanno anticipate quando si nota:
- Uno strabismo improvviso
- Una tendenza ad avvicinare gli oggetti al viso
- Una tendenza ad avvicinarsi al televisore con sensazione di difficoltà a vedere gli oggetti lontani
- Una congiuntivite che non passa con la terapia prescritta dal medico pediatra
- Vi è un riflesso bianco della pupilla (leucocoria) che necessita di una visita oculistica urgente
♦ La visita oculistica ina base all’età del bambino
- Appena nato
Solitamente quando il piccolo è appena nato e si trova ancora in ospedale dopo il parto, viene effettuata una visita ispettiva da parte del medico oculista. Una particolare attenzione viene dedicata ai piccoli considerati ad alto rischio genetico e ai bambini nati prematuri. Questa prima visita ha lo scopo di controllare l’eventuale presenza di malformazioni congenite o di infezioni conseguenti al parto. Durante la prima ispezione, l’oculista controlla la morfologia dell’occhio, il riflesso rosso e la sua motilità. Per verificare gli ultimi due aspetti lo specialista si serve di una piccola luce. - Entro i 6 mesi
Quando il bambino ha un’età compresa tra i sei e i nove mesi, le modalità con le quali si effettua la visita oculistica, sono praticamente identiche a quelle utilizzate durante la prima visita neonatale: si controlla la morfologia dell’occhio e degli annessi, il riflesso rosso e la motilità dello stesso, con l’ausilio dell’apposita luce. Si stima il movimento coordinato e sincrono dei bulbi oculari e, valutando la trasparenza di alcune componenti del bulbo oculare (es. cristallino) e l’integrità del fondo oculare, si potranno escludere patologie della cornea, del cristallino, del nervo ottico e della retina.
- All’età di 3 anni
A questa età la visita è più complessa e deve escludere deficit visivi. Per prima cosa si valuta la motilità oculare per escludere uno strabismo. Spesso con l’utilizzo di figure o con le “E” di Albini (l’ottotipo secondo Albini è stato concepito per misurare l’acuità visiva di bambini in epoca prescolare), si riesce a valutare la capacità visiva del bambino.
Inoltre, durante la visita, l’oculista accerterà la presenza di eventuali vizi di refrazione, come la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo, di alterazioni della motilità oculare, come lo strabismo e il nistagmo (oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Si distinguono un nistagmo fisiologico, ossia un movimento oculare normale, da un nistagmo patologico), e l’eventuale presenza di un’ambliopia conosciuta meglio come “occhio pigro”. In quest’ultimo caso, un occhio del bambino non è stato in grado di sviluppare correttamente la sua capacità visiva a causa di qualche anomalia. È oggi possibile avvalersi anche di uno strumento computerizzato detto “autorefrattometro” che, a distanza di un metro e richiamando l’attenzione del bambino con suoni particolari in modo che guardi nell’apparecchio, è in grado di stabilire eventuali difetti di refrazione e segnalare strabismi anche di grado modesto. - All’età di 6 anni e successive
Quando il bambino raggiunge questa età, è bene sottoporlo a un altro controllo ancora più accurato, durante il quale l’oculista deve valutare, con la maggiore precisione possibile, l’acutezza visiva. A tale scopo si fa leggere al bambino il classico ottotipo di lettura per lontano, dove sono presenti dei disegni oppure lettere e numeri.
In assenza di particolari problemi visivi, il bambino deve eseguire controlli periodici con scadenza biennale per valutare quanto lo sviluppo stia influendo sull’apparato visivo, in quanto, con la crescita, l’impegno visivo aumenta predisponendo all’insorgenza di difetti visivi e quindi, la prevenzione costituisce il miglior modo per evitare che si instaurino quadri patologici.
Il maggior impegno visivo potrebbe rendere necessaria l’applicazione di lenti correttive.
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