Oculistica del Centro San Camillo – Poliambulatorio Bari Dott.ssa Dipietro Alessia
La maculopatia si può distinguere in ereditaria e acquisita.
- Tra le forme ereditarie abbiamo: malattia di Stargardt o distrofia maculare giovanile, malattia di Best o distrofia vitelliforme, distrofia maculare pseudoinfiammatoria di Sorsby, distrofia maculare North Carolina, distrofia maculare tipo Butterfly ed edema maculare cistoide dominante.
- Tra le maculopatie acquisite, invece, la più diffusa è la degenerazione maculare legata all’età (AMD), che generalmente si presenta dopo i 55 anni. Rappresenta la principale causa di cecità nel mondo occidentale.
Cos’è la maculopatia?
Per maculopatia si intende ogni patologia che colpisce la macula, cioè l’area al centro della retina che serve alla visione distinta centrale. Al centro della macula c’è poi la fovea, una depressione retinica in cui si trova la foveola, la zona più sottile in cui sono presenti solo i coni. I coni sono fotorecettori, cioè cellule in grado di trasformare i segnali luminosi in impulsi elettrochimici, responsabili anche della percezione dei colori.
Quali sono i sintomi di una maculopatia?
Il sintomo principale della maculopatia è la perdita di una particolare funzione visiva: chi ne è affetto ha una zona di mancata visione al centro del campo visivo, da non confondere con la visione di una macchia di intensità e colore vario (ad esempio nera) nella zona centrale del campo visivo denunciata, ad esempio, dai pazienti colpiti da neurite ottica. Altro sintomo comune nelle maculopatie è la distorsione delle immagini (metamorfopsie). Sintomi di minore frequenza sono le errate percezioni della dimensione degli oggetti osservati, che possono essere sia sottostimate (micropsia) che sovrastimate (macropsia).
Quali esami vanno eseguiti per la diagnosi?
Test di Amsler
Il test più importante per valutare la funzionalità maculare è l’acuità visiva. I pazienti maculopatici, quando guardano attraverso un foro (detto stenopeico), vedono meno delle persone la cui vista è sana. L’esame del fondo oculare consente poi di verificare lo stato della retina e l’eventuale progressione della malattia. Col test di Amsler – che consiste in una griglia a quadretti al cui centro compare un piccolo disco nero – si valuta in maniera dettagliata la capacità visiva intorno al punto di fissazione (area foveale e quella parafoveale ad essa contigua). I pazienti malati riferiscono di vedere linee curve (deformate) anziché segmenti retti perpendicolari tra loro. Oltre a questi esami può essere a volte indispensabile effettuare esami strumentali, come l’OCT, la fluorangiografia e l’angiografia al verde indocianina.
Quali sono le maculopatie?
Le maculopatie si possono distinguere in ereditarie e acquisite.
- Tra le forme ereditarie abbiamo: malattia di Stargardt o distrofia maculare giovanile, malattia di Best o distrofia vitelliforme, distrofia maculare pseudoinfiammatoria di Sorsby, distrofia maculare North Carolina, distrofia maculare tipo Butterfly ed edema maculare cistoide dominante.
- Tra le maculopatie acquisite, invece, la più diffusa è la degenerazione maculare legata all’età (AMD), che generalmente si presenta dopo i 55 anni. Rappresenta la principale causa di cecità nel mondo occidentale.
Si riconoscono due tipologie:
la forma atrofica (secca ovvero non essudativa) è caratterizzata da una evoluzione lenta e meno aggressiva della forma umida; colpisce quasi sempre entrambi gli occhi, anche se in forma asimmetrica. In una percentuale tra il 10 e il 15 % la forma atrofica può evolvere nella forma più grave (essudativa); per questo è molto importante seguire attentamente la patologia con visite ed esami strumentali periodici (circa ogni 6 mesi a meno che non si riscontrino peggiormenti significativi della sintomatologia). Attualmente non esistono terapie per la forma atrofica, ma sono disponibili in commercio integratori alimentari che possono contribuire a prevenire l’insorgenza di complicanze.
La forma essudativa (umida, neovascolare) è meno comune ma più aggressiva e ad evoluzione più rapida. E’ caratterizzata dalla presenza di nuovi vasi sanguigni retinici nella sede maculare (centro della retina), che possono evolvere fino ad una cicatrice sottoretinica. Tale forma può essere trattata con iniezioni intravitreali ripetute di farmaci anti-VEGF (iniettati all’interno dell’occhio), che hanno lo scopo di bloccare la crescita dei nuovi vasi (neovascolarizzazione) e facilitare il riassorbimento dell’essudazione retinica.
Le altre forme acquisite sono: foro maculare idiopatico, corioretinopatia sierosa centrale, edema maculare cistoide, maculopatia miopica, membrane epiretiniche e strie angioidi.
Come si trattano le maculopatie?
Il trattamento dipende dal tipo di maculopatia. Tra i fattori di rischio modificabili ci sono sicuramente il fumo di sigaretta – nocivo per la salute anche per altre ragioni – e un’alimentazione povera di sostanze antiossidanti (vitamina C, vitamina E, luteina, zinco, zeaxantina, ecc.). Inoltre, è consigliabile assumere alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), come ad esempio il pesce e seguire una dieta povera di grassi animali e ricca di verdure a foglia verde, frutta fresca e noci. Recenti studi hanno, inoltre, confermato l’importanza di un’attività fisica regolare. Infine, bisogna difendersi dai raggi ultravioletti, soprattutto nei periodi estivi, al mare e sulla neve.
In presenza di Maculopatia Essudativa bisogna intervenire il prima possibile.
Per la maculopatia umida esistono diversi interventi di provata efficacia:
- l’iniezione intravitreale di farmaci che ostacolano la crescita neovascolare
- la terapia fotodinamica
- la fotocoagulazione laser
- chirurgia (Impianto di lenti telescopiche)
Anche nelle altre forme di Maculopatia come il Pucker maculare, la Maculopatia diabetica, il foro maculare è opportuno intervenire prima possibile, perché la macula è molto delicata.
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