Ambulatori di Cardiologia del Centro San Camillo per prevenzione e cura delle patologie cardiovascolari per Adulti e Bambini.
- Palpitazioni (sensazione che il cuore perda un battito o che batta più forte o più veloce del solito)
- Fiato corto
- Tosse
- Dolore o fastidio al petto
- Affaticamento
- Ansia
Questi sono gli eventuali sintomi più comuni del prolasso della valvola mitrale.
Nella maggior parte dei casi, questa patologia è asintomatica e permette di vivere una vita normale. Qualora i sintomi dovessero presentarsi, essi variano a seconda del paziente: in genere sono lievi, ma se si dovessero presentare delle complicanze, queste potrebbero peggiorare col tempo.
Previeni e Cura il Prolasso della Valvola Mitrale con:
♦ Dott. F.sco Corriero: Responsabile Ambulatorio Cardiologia per Adulti
♦ Dott.ssa Maria Rosaria Tagliente: Responsabile Ambulatorio Cardiologia Pediatrica
Adulti: Visita Specialistica+ECG+Ecografia Cardiaca Color Doppler a 117€
Bambini: Visita Specialistica+ECG+Ecografia Cardiaca Color Doppler a 130€
Presso la nostra sede in Via Calefati 177 – Bari -> 080.914.64.94
COS’E’ IL PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALE?
La sindrome da prolasso della valvola mitrale è una condizione caratterizzata da un’alterazione molto diffusa, soprattutto nella popolazione femminile, della valvola mitrale, una delle valvole cardiache.
Tale valvola controlla la circolazione tra l’atrio e il ventricolo sinistro del cuore (l’atrio è la cavità superiore, mentre il ventricolo è quella inferiore): in particolare fa circolare il sangue dall’atrio verso il ventricolo, ma non viceversa.
La sua alterazione provoca, come conseguenza, un non corretto funzionamento: i lembi della valvola mitrale sono meno elastici del normale e non riescono a chiudersi perfettamente, e in tal modo la valvola mitrale non rimane né ben chiusa né ben aperta.
Quando la valvola mitrale funziona bene
Quando il cuore batte, gli atri si contraggono e spingono il sangue nei ventricoli: i lembi della valvola mitrale e della tricuspide (un’altra valvola cardiaca che separa atrio e ventricolo destro), si aprono per lasciar passare il sangue. Poi i ventricoli si contraggono per pompare il sangue fuori dal cuore. Quando i ventricoli si contraggono, i lembi della valvola mitrale e della tricuspide si chiudono formando un sigillo perfetto, e quindi impediscono al sangue di tornare indietro negli atri.
Pertanto, quando il cuore funziona correttamente, la valvola mitrale si chiude completamente durante la contrazione del ventricolo sinistro, impedendo al sangue di refluire nell’atrio sinistro.
Cosa succede nei soggetti con prolasso della valvola mitrale
In caso di prolasso della valvola mitrale, quando il ventricolo sinistro si contrae, uno o più lembi della valvola mitrale rimangono molli o non restano in posizione perché si incurvano verso l’atrio sinistro. Tutto ciò porta la valvola a non sigillarsi perfettamente, e il sangue inizia a scorrere dal ventricolo verso l’atrio sinistro, in senso quindi opposto a quello normale.
La maggior parte delle persone che soffrono di prolasso della valvola mitrale, come detto, non ha alcun sintomo né alcun problema medico: è pertanto in grado di condurre una vita normale e attiva, e può non essere consapevole di soffrire di questo disturbo.
QUALI SONO LE CAUSE DEL PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALE?
La causa esatta del prolasso della valvola mitrale rimane sconosciuta. La maggior parte dei pazienti ne soffre dalla nascita e il disturbo tende a essere ereditario.
In generale nei pazienti che soffrono di questa sindrome, le anomalie della valvola che le impediscono di sigillarsi, tendono ad essere diverse:
- I lembi della valvola possono essere troppo grandi e spessi
- I lembi della valvola possono essere troppo “molli”: i tessuti dei lembi e le corde tendinee che li sostengono sono troppo elastici e parti della valvola ricadono o sporgono all’indietro nell’atrio.
- L’apertura della valvola può essere troppo tesa
Esistono forme primarie di prolasso della valvola mitrale, che possono essere familiari e non, e che si manifestano con maggior frequenza nei pazienti con disturbi congeniti dei tessuti connettivi come la sindrome di Marfan (malattia sistemica del tessuto connettivo).
Ed esistono anche forme secondarie quando il prolasso è determinato da altre problematiche che interessano il cuore, tra cui:
- Endocardite
- Difetto interatriale (malformazione cardiaca congenita)
- Forme tumorali
COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI DELLA SINDROME DA PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALE?
Come precedentemente detto, la diagnosi è spesso occasionale proprio perchè questa sindrome è congenita e asintomatica nella maggioranza dei casi. Motivi per i quali è consigliabile sottoporre a visita cardiologica anche i pazienti in età pediatrica.
Durante la visita cardiologica il medico specialista ausculta il cuore tramite uno stetofonendoscopio: se i lembi della valvola sono prolassati, quando si chiudono, possono provocare un rumore simile a uno scatto che può essere o meno seguito da una specie di sibilo o soffio, qualora la valvola faccia refluire il sangue nell’atrio sinistro.
Questi rumori anomali, tuttavia, possono essere intermittenti, per cui il medico può non sentirli durante la visita, anche se il paziente ha la valvola prolassata. Pert tal motivo possono essere richiesti degli esami strumentali per poter diagnosticare con certezza un prolasso della valvola mitralica:
- Ecocardiogramma o Ecocardiografia: è un test di immagine che visualizza le strutture del cuore e il funzionamento delle sue parti mobili. È l’esame più importante in quanto permette di visualizzare accuratamente il movimento dei lembi della valvola mitrale, consentendo un’appropriata valutazione dell’entità del prolasso e del suo meccanismo.
- Ecodoppler: fa parte dell’ecocardiografia e serve per visualizzare la velocità e la direzione del flusso di sangue che attraversa la valvola mitrale, e per capire se vi sia rigurgito e di che grado esso sia (grave o lieve).
- Elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore, ossia la forza e la frequenza degli impulsi elettrici che attraversano il cuore. In genere nei pazienti con prolasso della valvola mitrale è normale, ma in alcuni casi può mostrare alterazioni (es. aritmie).
- Elettrocardiogramma secondo Holter: l’Holter è il monitoraggio prolungato nelle 24 ore dell’ECG. È indicato nei soggetti che riferiscono palpitazioni per la valutazione di eventuali aritmie.
- Test da sforzo: l’esame consiste nella registrazione di un elettrocardiogramma mentre il paziente compie un esercizio fisico, generalmente camminando su un tapis roulant o pedalando su una cyclette. Il test viene condotto secondo protocolli predefiniti, volti a valutare al meglio la riserva funzionale del circolo coronarico (vasi sanguigni che portano il sangue al cuore). È indicato nei soggetti che riferiscono dolore toracico.
COME SI CURA IL PROLASSO DELLA VALVOLA MITRALE?
La maggior parte dei pazienti che soffrono di prolasso della valvola mitrale non ha bisogno di alcuna terapia, perché il disturbo è asintomatico e non presenta, per la maggior parte dei casi, complicazioni. Anche per i pazienti che presentano alcuni sintomi, può non essere necessaria una terapia farmacologica.
Solo in presenza di problemi quali, ad esempio, forti aritmie, si potrebbe optare per una terapia farmacologica (es. beta-bloccanti), oppure in presenza di rigurgito. In quest’ultimo caso, il paziente che soffre di prolasso della valvola mitrale e ha problemi o fastidi causati dal rigurgito, di norma viene avviato alla terapia farmacologica le cui finalità comprendono:
- Prevenzione dell’endocardite infettiva, delle aritmie e delle altre complicazioni
- Diminuzione dei sintomi
In generale, sono fortemente raccomandati periodici controlli clinici ed ecocardiografici, in modo che il cardiologo possa tenere ben monitorata la situazione: il prolasso della valvola mitrale è considerata una malformazione “benigna”, ma non bisogna dimenticare che, come precedentemente detto, esiste un gruppo di pazienti, seppur minoritario, che può presentare complicanze anche severe come l’endocardite, forti aritmie ecc. che vanno tenute sotto controllo.
Per quanto riguarda gli atleti, da un punto di vista strettamente medico-sportivo, il primo problema che si pone dopo la diagnosi di prolasso della valvola mitrale, è quello della formulazione del giudizio di idoneità, per il quale devono essere presi in considerazione due aspetti fondamentali:
- La gravità anatomo-patologica del prolasso della valvola mitrale
- Presenza ed entità di altre anomalie, fra cui, in primo luogo, le aritmie, che possono influenzare la prognosi (ossia la previsione del decorso di una malattia e del suo esito)
E’ quindi fondamentale lo studio ecocardiografico completo che comprenda un’attenta valutazione di eventuali alterazioni strutturali, ed uno studio color Doppler per la ricerca di insufficienza mitralica e per valutare il grado di rigurgito.
Fra le modificazioni morfologiche, particolare attenzione deve essere rivolta alla valutazione dello spessore dei lembi valvolari, in quanto sembra essere correlato (gli studi sono ancora in corso) alla presenza di aritmie ventricolari complesse. Aritmie che vanno comunque valutate anche in base allo specifico allenamento sportivo praticato dal paziente e valutato con un test da sforzo.
Pertanto sulla base di questi dati e di ulteriori indagini più complesse che possono essere richieste al paziente, una idoneità incondizionata all’attività agonistica sportiva può essere concessa solo a pazienti:
- Con prolasso della valvola mitrale lieve
- Asintomatici
- Senza insufficienza mitralica e/o aritmie significative
- Con tolleranza cardiovascolare allo sforzo, adeguata alle prestazioni atletiche richieste
Previeni e Cura il Prolasso della Valvola Mitrale con:
♦ Dott. F.sco Corriero: Responsabile Ambulatorio Cardiologia per Adulti
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Prenotazioni:
– presso la nostra sede in Via Calefati 177 – Bari
– Tel. 080.914.64.94 E-mail: info@centrosancamillo.com
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